Il progetto si è rivolto a 10.000 donne residenti nell’Azienda ULSS 9 Scaligera dai 30 ai 64 anni, che sono state progressivamente invitate a parteciparvi durante il 2021, iniziando da quelle che risiedevano nella città di Verona.
Consisteva nell’invio di dispositivi per l’auto-prelievo per il test HPV per posta direttamente a casa delle utenti assieme alla lettera d’invito. Le donne potranno hanno potuto effettuare il prelievo autonomamente, senza recarsi in ambulatorio e poi consegnare il materiale raccolto per l’analisi seguendo le modalità indicate nella lettera d’invito.
Tramite il Servizio di Screening dell’AULSS 9 Scaligera era possibile:
Per gli approfondimenti è possibile consultare le “Domande e Risposte” inerenti il Progetto Regionale, le caratteristiche dell’infezione da HPV e le possibili modalità di prevenzione/diagnosi precoce del tumore della cervice uterine.
Con l’auto-prelievo la donna può prelevare in autonomia e a casa propria il campione di cellule per il test HPV, senza doversi recare in ambulatorio, rendendo così più facile partecipare allo screening per il tumore al collo dell’utero. L’apposito kit e le istruzioni per effettuare il prelievo per il test sono inviati a mezzo posta direttamente a casa dell’utente, assieme ad un modulo di gradimento.
Una volta effettuato il prelievo, l’utente potrà riconsegnare il materiale raccolto ed il modulo compilato, seguendo le istruzioni contenute nella lettera d’invito, in cui sarà riportata la sede prevista per la raccolta.
A seconda del Distretto socio-sanitario di residenza, il punto di raccolta potrà essere presso una sede distrettuale o una Farmacia del territorio, in analogia alle modalità già in uso per la riconsegna del campione per il test della ricerca del sangue occulto fecale nell’ambito dello screening per il colon-retto.
Rispetto al PAP test, il test HPV permette di trovare un numero maggiore di lesioni al collo dell’utero (cervice) e ad uno stadio meno avanzato.
Il PAP test rimane però il test di prima scelta per lo screening del tumore del collo dell’utero nelle donne di 25-29 anni, perché in tale fascia d’età lo screening basato sul test HPV può evidenziare più facilmente lesioni che potrebbero guarire da sole, aumentando il rischio di esami e trattamenti inutili.
Il passaggio al test HPV come test di screening primario per il tumore alla cervice in donne di età maggiore o uguale ai 30 anni offre la possibilità di effettuare la raccolta del materiale cervicale con sistemi di auto-prelievo. Ecco spiegato perché il Progetto Regionale si rivolge a donne dai 30 ai 64 anni e non a quelle più giovani.
L’esame di laboratorio è sempre lo stesso, cambia soltanto il modo in cui si effettua il prelievo: lo fa l’utente a casa propria, invece che un’ostetrica in ambulatorio. La ricerca scientifica ha dimostrato che l’auto-prelievo è accurato come un prelievo fatto da un operatore sanitario.
Fare l’auto-prelievo è facile, sicuro e non doloroso.
Studi specifici hanno dimostrato che il test HPV con auto-prelievo presenta diversi vantaggi:
Si riceve a casa una lettera con la risposta.
Se il test HPV è negativo, la donna viene invitata di nuovo a fare lo screening fra 5 anni qualora rientri ancora nell’età prevista per lo screening. Molti studi hanno dimostrato che il test HPV trova più lesioni del collo dell’utero rispetto al PAP test ed è quindi più protettivo. Inoltre, il test HPV trova le lesioni più precocemente, per questo motivo è sufficiente ripeterlo ogni 5 anni anziché ogni 3 anni come il PAP test.
Se il test HPV fatto con auto-prelievo risulta positivo, l’utente sarà invitata in ambulatorio per effettuare gratuitamente un PAP test.
A seconda dell’esito del PAP test, sarà prospettato un diverso percorso:
Se il collo dell’utero risulta normale o presenta solo lesioni lievi, l’utente non avrà bisogno di cure particolari e verrà invitata ai successivi controlli raccomandati.
In caso di lesioni che invece necessitano di un trattamento, potranno essere curate gratuitamente presso un centro specializzato del programma di screening.
Sì, contattando la segreteria organizzativa del programma di screening, sarà possibile fissare un appuntamento in ambulatorio con prelievo effettuato da personale sanitario all’interno delle sedute ambulatoriali standard.
La segreteria organizzativa è contattabile ai seguenti recapiti:
Sì, compilando un apposito modulo di gradimento allegato alla lettera d’invito. Per consentire un miglioramento del programma di prevenzione, è importante restituire il modulo di gradimento anche nel caso si scelga di non aderire, riportando le proprie motivazioni.
L’HPV è un virus che provoca un’infezione molto frequente, contratta dalla maggior parte delle donne almeno una volta nel corso della propria vita.
Si prende per via sessuale, anche se non necessariamente in seguito ad un rapporto sessuale completo. L'uso del preservativo riduce la trasmissione del virus, ma non garantisce una protezione del 100%.
In alcuni casi l'infezione può essere trasmessa da una persona all'altra molti anni dopo che una delle due persone l'ha presa. Il fatto di avere l'infezione può quindi non avere nulla a che fare con l'attuale compagno.
Anche se generalmente l’infezione da HPV non comporta la comparsa di sintomi e si risolve spontaneamente senza indurre alterazioni, in una minoranza di casi, può provocare delle lesioni al collo dell’utero.
La maggior parte di tali lesioni guarisce spontaneamente, ma alcune, se non curate, possono progredire lentamente verso forme tumorali maligne. I tipi HPV 16 e HPV 18 sono tra i principali responsabili di tali tumori, causando oltre il 70% dei tumori del collo dell’utero.
Il tumore al collo dell’utero è stato il primo cancro ad essere riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) come totalmente riconducibile a un’infezione virale.
La grande maggioranza delle infezioni da HPV scompare spontaneamente (circa il 50% si risolve nel corso di un anno e circa l’80% nel corso di due anni). Tuttavia, in una minoranza di casi, l’infezione da HPV può persistere e, se non adeguatamente trattata, progredire nel corso di molti anni fino ad esitare in forme tumorali.
Per l’infezione da HPV non esiste una cura specifica: antibiotici, ovuli o lavande vaginali non sono efficaci.
Diventa dunque fondamentale proteggersi con le armi date dalla prevenzione e dalla diagnosi precoce, aderendo all’offerta vaccinale e sottoponendosi regolarmente ai programmi di screening per la prevenzione del tumore al collo dell’utero.
Sì, è disponibile una vaccinazione efficace e sicura contro il Papilloma Virus (HPV). La vaccinazione protegge dai tipi di HPV che più frequentemente causano il tumore del collo dell'utero, ma non da tutti. Per questo motivo è importante fare regolarmente lo screening anche se si è vaccinati.
La Regione del Veneto promuove attivamente la vaccinazione gratuita contro l’HPV per le ragazze e i ragazzi nel 12° anno di età (per le dodicenni a partire dalla coorte del 1996 e per i dodicenni di sesso maschile a partire dalla coorte del 2004), nonché l’offerta, gratuita e su richiesta, agli adolescenti maschi appartenenti alle coorti dal 2001 al 2003.
L’offerta gratuita è stata estesa anche ai soggetti HIV positivi.
La Regione Veneto ha recentemente ampliato l’offerta della vaccinazione anti-HPV anche alle donne con lesioni cervicali di grado CIN2 o superiore (aventi non più di 64 anni al momento della diagnosi e trattate da non più di 12 mesi), e agli uomini che fanno sesso con uomini (MSM).
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